“Corpo in anima”


“La mangiatoia è l’impronta della presenza di Cristo”, basterebbe questa frase a descrivere l’immenso impatto emotivo che trasmettono le opere dello scultore Giuliano Giuliani, quando si cimenta meravigliosamente nell’incontro tra umano e divino. Tanto che le sue opere sono state scelte per essere esposte dal 9 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020 presso la Basilica di Santo Spirito a Firenze, in una mostra personale intitolata “Corpo in anima”. Le opere esposte sono: “L’Annunciazione”, “Il Risorto”, “La Natività”. L’iniziativa è promossa dal poeta Davide Rondoni e dal cardinale di Firenze, Betori, che ogni anno concede agli artisti una chiesa prestigiosa indicando loro una proposta tematica. Tra i progetti presentati quest’anno, è stato scelto quello del professor Giuliani che si è indirizzato in particolare sul tema dell’Annunciazione. L’angelo si identifica con il velo che lo avvolge, senza ali e senza corpo, solo con la sua “assenza”, la sua presenza è richiamata da un vuoto. La figura della Madonna invece è divenuta totalmente scultura, è torsione, è una pietra, una lastra ricavata da un blocco intero che, chiamata, si volge, risultando pertanto in torsione. Una porta simbolica infine rappresenta il passaggio dell’angelo che giunge nello spazio materico provenendo da un altro spazio, quasi una soglia che divide lo spazio materiale da uno spazio spirituale.

Il Risorto è una scultura presentata qualche anno fa alla Biennale di Arte Sacra di San Gabriele con il tema della Risurrezione: è composta da due spirali vuote, due bende che si avvolgono in pietra, una in orizzontale rimanda a quella della Crocifissione, mentre quella in verticale rimanda alla Domenica di Pasqua e quindi al movimento ascensionale verso Dio.

Il Presepe è la risoluzione attuata dal professor Giuliani in seguito all’invito ricevuto dal critico Giuseppe Appella che ogni anno si rivolge al mondo della scultura per realizzare a Matera un presepe della dimensione obbligatoria di tre metri di diametro, utilizzando il materiale con cui l’artista è solito lavorare. È un presepe che ha girato l’Italia: Matera, Orvieto, Roma e adesso Firenze nella sacrestia della Chiesa di Santo Spirito, in questa meravigliosa cornice che ospita anche il Michelangelo giovanile. Il Presepe in questione è costituito da nove lastre che compongono il luogo, e altrettanti personaggi simbolici. Nella parte più alta si trova la Natività, realizzata come un velo che si concretizza in un’idea di forma, uno spirito che si manifesta su una sorta di velo, una trasparenza che viene resa da una luce che proietta sulla pietra fino a identificare una luce interiore, non è vetro, non è trasparenza ma c’è l’incontro tra la materia pietra e la luce; si realizza così una illuminazione interna, come se fosse il frutto dell’incontro, della nascita, della creazione. I personaggi, mano a mano che ci si abbassa, diventano più illustrativi e figurativi. A fianco alla Natività è posta la mangiatoia, impronta della presenza di Cristo. Nei millenni, spiega il professor Giuliani, abbiamo sempre dovuto rappresentare i volti dei Santi, di Gesù, della Madonna, ricorrendo all’immaginazione. Secondo Giuliani invece è più rappresentativa l’assenza, definita sull’impronta, perché riesce a generare la presenza; è invisibile ma la Sua impronta c’è: si potrebbe affermare che la mangiatoia è come se fosse il negativo della presenza di Gesù. I Re Magi hanno una forma tutta dinamica, una struttura sottilissima che sembra avanzare verso la collina. Quattro cippi in pietra rappresentano i pastori, una lastra, la stella cometa mentre una fascia, la sua scia luminosa. È presente anche un albero composto e costituito dall’intreccio della palma con cui Gesù viene accolto a Gerusalemme, con l’albero secco del legno della croce. Il bue e l’asino infine sono stati una sfida tecnica e sono posti non uno di fronte all’altro ma opposti.

Capolavori da ammirare e con cui meditare.

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Ultima revisione il 23-12-2019 da MAURIZIO CALENTI