Gli studenti dell'Orsini incontrano Calvino

Nell’ambito del Progetto “Scrittori a Scuola”, il 27/10/2023, in occasione del centenario dalla nascita di Italo Calvino, le classi 4G, 5G e 5F hanno partecipato ad un Seminario organizzato dall’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche e dell’età contemporanea di Ascoli Piceno, tenuto dal Professor Cavalleri dell’Università di Bologna, il quale, dalla lettura del libro "Il sentiero dei nidi di ragno", ha trattato più in generale il tema della Resistenza Italiana e la visione filosofica di essa

Per le studentesse, Lucrezia Ottalevi e Lucrezia Capriotti della classe 5G dall’incontro sono emersi spunti molto interessanti. In particolare il professore ha iniziato il suo intervento dalla differenza che intercorre fra uomo e animale, ossia l'attività di seppellire i propri morti ed ha continuato sottolineando come ciò che invece rende diversi gli uomini è l'adesione ad un ideale o ad un altro, proprio come nel mito di Antigone infatti, il partigiano rompe con il diritto, ma anche con l'etica, per ricostruirli. << Siamo uguali ma tutto l'opposto >> dice Kim, uno dei partigiani del libro, riferendosi ai fascisti: potremmo riassumere con questa citazione la conferenza, in quanto il Professore ha evidenziato come, con quest'opera, Calvino volesse difendere la Resistenza dalla retorica e dall'idealizzazione. I partigiani in esso presentati infatti, non cercano la "bella morte" dei martiri per la Patria, ma sono coloro che devono adoperarsi per ottenere la loro libertà nella necessità (concetto presentato parallelamente alla filosofia hegeliana del concreto che risiede nella sintesi di realtà apparentemente contrastanti). I partigiani erano dunque uguali ai fascisti (poiché umani e quindi soggetti all'errore), ma tutto l'opposto (perché rifiutano la violenza come valore), e l'autore ci mostra com'è facile cadere nel torto. Il partigiano perciò <<avviene e viene>> in quanto non costituisce una caratteristica innata dell'Essere Umano (quest'ultimo termine non è casuale vista l'importanza delle donne in questo momento storico che non verrebbero rappresentate dalla parola "uomo"). La brutalità della Resistenza potrebbe essere in conclusione paragonata alla bruttezza di una lucciola vista da vicino, ma il bagliore che ha garantito alle successive generazioni, è quello che accompagna i passi di Pin e Cugino che si allontanano mano nella mano in chiusura del libro. Lo studente Elisei Abrudan del 4G ha invece posto un interessante quesito allo studioso: “Se la negazione di sé stessi è costante e nel contempo si è sé stessi coscienti del paradosso, allora non si dovrebbe trattare di trasformazione dell’essere e non di una negazione di esso?” Il significato in sé della domanda rifletteva sulla metafisica usata nella spiegazione del pensiero di chi era partigiano, analizzando come non fosse contraddizione riflettere ma un miglioramento costante di sé, mettersi sempre in dubbio per agire per il bene. Il Professore ha risposto che non si poteva vedere la trasformazione nel suo attimo ideologico, ma era necessario comprendere come il pensiero di chi è in negazione di sé stesso avviene negandosi osservando il futuro, ovvero rettificando che si trattava di una negazione in progresso, processo nel quale una persona realizza la propria identità. Infine lo studente Romano Carosi del 5F ha chiesto al professor Cavalleri quali siano, se esistono, gli effetti e l'eredità della Resistenza nei tempi moderni. Il Docente ha risposto che la Resistenza è stato un fenomeno articolato ed eterogeneo, animato da uno spirito ideologico declinato secondo differenti modalità e intendimenti, tutti confluiti nel comune desiderio di riscatto, indipendenza e libertà. E fu proprio la conciliazione difficile, eppure realizzata, di tale pluralità coesistente di posizioni interne diverse che ha rappresentato la forza e la ricchezza del movimento partigiano in Italia. Questa la grande eredità della Resistenza, dei suoi uomini e delle sue donne, nei tempi moderni: una lotta comune in nome del dovere civile alla libertà. È per questo che essa va ricordata e celebrata da una generazione all'altra.

Un taglio nuovo e inedito che ha permesso agli studenti di costruire un dialogo aperto e ragionato con il Professore Cavalleri a cui va il ringraziamento del nostro Istituto.

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Ultima revisione il 08-11-2023 da MAURIZIO CALENTI